mercoledì 8 maggio 2013

Siccome immobile

Ok, mi trovo a dover riformulare il post precedente.

Come ho menzionato altrove, io ho sempre sofferto di carta-da-paratismo, ovvero quella sindrome che ti fa sentire un po' carta da parati e un po' pesce fuor d'acqua. Io non ho mai fatto tendenza, né sono stata un modello da emulare. Piuttosto sono stata accantonata in un angolo e le idee che ho proposto sono rimaste a volteggiare nell'aere.

Ora mi sento il fiato sul collo. Mi giro, mi rigiro e mi aggiro tra i blog che seguo, li leggo con curiosità e interesse e puf! sul più bello ritrovo pezzi di vita reale giunti lì cliccando proprio qui.
E allora no! Vorrei urlare che io sono una semplice carta da parati, un'insalata che fa da contorno, la ciliegina in più che non trova spazio sulla torta... vi prego, lasciatemi al mio posto, è un posticino piccolo piccolo in un angolino tutto mio, c'è tanto da emulare, c'è tanto da seguire altrove. Trovate il vostro posto, surfate la ragnatela un po' più in là, non seguitemi ovunque, mi sento braccata. Non sono abituata a essere seguita, mi manca l'aria.

Lo so che ognuno è libero di far ciò che vuole, tanto più in questo mare magnum. Pensate a chi siete state: la vostra reticenza, il timore che qualcuno copiasse la vostra ricetta e di non essere più il solo e unico piatto principale e prelibato... Io sono il contorno, l'insalata, la mia ricetta semplice l'ho sempre condivisa, però adesso lasciatemi nel mio piattino lì accanto, è la mia zona di comfort. 

Sono qui perché ho voglia di esplorare la blogosfera e conoscere persone che condividono con me degli interessi e sì, scrivo per essere letta, altrimenti userei carta e penna. "Sono ciò che scrivo" e scrivo ciò che sono, e in questo momento sono triste perché mi sento usata. E non mi piace.
Il piatto principale non ha bisogno dell'insalata per essere apprezzato.
Fate da voi, non avete bisogno di me per emergere.

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