lunedì 24 febbraio 2014

Il mondo secondo Tippi

Le monde selon Tippi (1997) è un documentario sulla vita di Tippi Degré, una bambina bianca nata e cresciuta nel continente nero.




Tippi è la figlia di due fotografi che hanno scelto di compiere uno studio fotografico sul rapporto dei bambini con la natura e gli animali.





Ho visto questo documentario ieri sera, ci sono finita quasi per caso, cliccando qua e là, e devo dire che mi ha fatto un certo effetto.





Il rapporto che questa bambina ha con gli animali è straordinario, parla con loro, ma senza usare le parole.



Gli animali sanno che lei non farà loro del male, e lei si fida di loro.





Non solo è straordinario il rapporto che Tippi ha con gli animali, ma anche con i Bushmen e gli Himba.











Dopo aver guardato il documentario e anche qualche altro video più breve, ero un po' confusa. Affascinata, ma dubbiosa. Così ho pensato di leggere qualche commento.

A volte mi chiedo se la possibilità di commentare i video sia positiva. Penso di sì, anche quando i commenti sono negativi, perché stimolano a pensare...
Ho letto diversi commenti e gran parte di quelli negativi sottolineava il fatto che la bambina fosse bianca e che dovrebbe essere, invece, un bambino nero* a raccontare questi aspetti del proprio continente.

Ci ho pensato per un attimo, ed effettivamente mi sono resa conto che questi commentatori non hanno tutti i torti. Allo stesso tempo, però, mi sono ricordata di un episodio del Piccolo Principe, quando il turco va al congresso degli occidentali vestito, sì di tutto punto, ma con i propri abiti, e nessuno lo ascolta. E poi ci torna vestito all'occidentale e tutti applaudono al suo discorso.

Ecco, i primi dieci anni della vita di questa bambina - che ora ha 23 anni - potrebbero essere considerati in questo senso: una voce dall'Africa. Perché tanto, se qualcuno avesse girato un documentario sulla vita di un bambino Bushmen, ad esempio, nessuno se ne sarebbe curato. Nessuno avrebbe ascoltato una voce dell'Africa. Purtroppo.

Il paragone con Mowgli, invece, non mi ha conquistata più di tanto, l'ho trovato solo un titoletto "sensazionale" acchiappa-lettori. La storia di Tippi differisce parecchio dalla letteratura: il Libro della Giungla è ambientato in India, Tippi è vissuta in Namibia; Mowgli è stato abbandonato o perduto, Tippi era lì con i genitori; Mowgli è stato allevato da animali selvatici, Tippi è stata a contatto con animali recuperati perché feriti o cresciuti in fattorie, e quindi abituati alla presenza umana. Ok, c'è qualcosa di simile, ma io non parlerei di un Mowgli declinato al femminile.

Ciò che mi ha toccato di più è stato un altro fatto.
Ho avuto l'impressione di una certa strumentalizzazione della bambina - ok, devo dirlo... - da parte dei genitori.
Va bene il rapporto con la natura, con gli animali, con gli uomini. Ma a che pro?
Tippi è stata portata via dall'Africa all'età di 10 anni e trapiantata a Parigi. Quando i genitori le hanno detto che il loro lavoro lì era finito e dovevano partire (tornare a casa?), non ha parlato per un mese.
A scuola, era diversa da tutti gli altri bambini e dopo due anni di frequenza ha continuato a studiare a casa.
Oggi studia cinema, da grande vuole realizzare documentari.

Quello che mi chiedo io è: ma questa bella bimbetta bionda che gioca con gli animali e corre felice e in libertà... Quanto ha sofferto il distacco? Quanto ha sofferto l'ingresso nella civiltà occidentale?
Da spettatori non possiamo che ammirare la bellezza delle immagini che la ritraggono in un ambiente insolito per una bambina, ma è pur vero che questa esperienza senza dubbio splendida, dotata di ricchezza senza eguali potrebbe volgersi contro la Tippi adulta.
Anche se per un attimo ci ho pensato, spero proprio di no, e spero che Tippi possa trarne solo il meglio.

Vi lascio il video qui sotto. Se siete interessati, esiste anche un libro fotografico.
Voi che ne pensate?




*Non c'è alcuna intenzione offensiva nella terminologia. Nero inteso come contrasto rispetto a bianca (usato poco prima) e come riferimento al continente nero (usato all'inizio del testo). Si tratta di un uso linguistico puramente estetico, non offensivo in alcun modo.

**Le immagini sono prese da Google Images.

4 commenti:

  1. Molto interessante! Torno a guardare il video quando ho un po' di tempo ma ciò che dici mi sembra ragionevole, compresi tutti i dubbi. Credo che un'esperienza così, anche se potrebbe creare delle difficoltà a un bambino in alcuni momenti della sua vita, sia comunque impagabile e sono certa che sia qualcosa di prezioso che rimarrà per sempre nell'anima di chi l'ha vissuta.

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    1. Hai perfettamente ragione, qualcosa rimarrà sempre nell'anima.
      Torna quando vuoi!

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  2. Ciao Cris! Ti annuncio che ti ho lasciato un premietto sul mio blog! :)

    http://nuvolesulsoffitto.blogspot.it/2014/03/liebster-award.html

    RispondiElimina

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